Archivio | settembre, 2011

Equinozio

23 Set

IL giorno in cui dì e notte hanno la stessa durata è vacanza qui in Giappone.

Io ho giocato a calcetto, riposato e fatto la valigia per il viaggio di domani.
In città l’estate è finita, l’aria è fredda e la piccola crociera sulla baia di Tokyo era battuta da un bel vento teso.
Da domani vado a Taiwan in vacanza.
Scorrazzerò per l’isola formosa fino al 6 ottobre, poi ricomincerò a scrivere su PesceRiso.

arrivederci

La stagione del tifone

21 Set

Vengono e se ne vanno, sono i tifoni, una delle poche cose che in italiano si chiamano con un nome giapponese. Salgono dai mari del sud, portano pioggia e vento forte, ma non sono freddi. Come nome portano un numero progressivo, e fanno fermare le linee ferroviarie, fanno chiudere le scuole e gli uffici, in alcune zone provocano alluvioni e in generale portano il paese nell’abituale stato di calamità. La cosa migliore è non intestardirsi nel continuare la vita abituale, ma assecondare il messaggio della natura. Stare a casa, guardare un film, leggere, ascoltare la musica guardando la pioggia che aumenta, diminuisce, sbatte su tutto. Meno male che nel fine settimana ho fatto scorta di raggi di sole, di aria buona, di camminate nei boschi. Sì, ho scoperto che i dintorni di Tokyo offrono dei posti bellissimi con torrenti, cipressi, natura rigogliosa e -pare- divinità silvestri che ci abitano. L’ambiente dovrebbe essere il massimo di giapponesità del paesaggio, a me ha ricordato e fatto venire voglia di alpi carniche.

TGS 2011

19 Set

Venerdì scorso sono andato al Tokyo Game Show per il secondo anno consecutivo.
In proposito ho scritto una cosa per il Post e mi sono divertito molto.
Non sono un videogiocatore sfegatato, ma mi interesso e cerco di seguire le novità. E il TGS è l’occasione migliore, una baracconata chiassosa che somiglia a una festa in cui si torna a casa con quintali di ciarpame. Durante la festa finale, poi, ho conosciuto la gente che effettivamente “fa” i giochi.
Io cerco di attaccare discorso con tutti e capire che cosa piace di più. Dopo pochi secondi quelli che lavorano negli stand si rendono conto, dal livello delle mie domande, che sono un mezzo ignorante e cominciano a parlare come si fa ai bambini. Io ne sono contento e li incalzo sui gusti personali.
Le cose che mi piacciono di più sono gli stand enormi con gli schermi chilometroquadati, oppure quelli un po’ scrausi delle facoltà universitarie tecnologiche.
Ma il migliore è stato sicuramente lo spazio della NHK, la radiotelevisione nazionale, che non avendo giochi, di suo, offriva un questionario a cui rispondere per ottenere un sottobicchiere e una gomma per cancellare a forma di DOOMO, la mascotte. L’unico gestore del posto era un signore un po’ anziano, in netta controtendenza con tutte le modelle appariscenti degli altri spazi espositivi.
Lì ho potuto farmi fare una foto dentro l’unico pupazzo di tutto il Giappone che secondo me ha un senso: Doomo kun.
Seguono: i contenuti speciali fotografici.

Essere, donna

15 Set

Io ci vedo una differenza enorme, tra come vivono certe cose le donne italiane e quelle giapponesi.
C’è questa rivista femminile di moda, che si chiama An-An, che ogni agosto fa un numero speciale sulla sessualità. Stavolta l’ho comprato e mi è piaciuto molto. In copertina c’è un ragazzo giovane seminudo, attraente. Mi piace perché costui non è affascinante in quanto potente, elegante, ricco. No, è proprio eccitante sessualmente, è un modello svestito, basta.
All’interno ci sono rubriche su cosa piace e cosa fa eccitare le donne, cosa fa impazzire gli uomini, ci sono racconti erotici piuttosto espliciti e poi una serie di rubriche per migliorare le tecniche dell’accoppiamento e aumentare il piacere fisico. Interessante anche una guida all’autoerotismo femminile che si snoda in vari punti, fino al culmine dell’orgasmo.
Ci sono anche dei consigli per l’acquisto di film pornografici da vedere col proprio fidanzato.

A questo punto potrei scrivere qualche cosa di superficiale e massimalista sulla libertà della donna e dell’uomo qui e là, sulle frustrazioni e le fobie che si respirano nella provincia italiana, ma lascio perdere. Decidere chi è più libero o avanzato è troppo spesso un argomento pretestuoso e violento.
Per conto mio, se dovessi nascere donna preferirei decisamente venire al mondo in Giappone.

senza titolo

5 Set

che tu ci creda o no, questo è il sole

土手

Cablato

2 Set

Sul numero di settembre di Wired Italia trovate una cosa che ho fatto insieme a Matteo Bordone.

Poi magari fatemi sapere che cosa ne pensate.

De Disastribus Naturae

1 Set

E’ impossibile figurarsi il Giappone senza l’estrema ingenerosità della sua natura. Adesso, ad esempio, stiamo aspettando il tifone numero 12 che da giorni si sta avvicinando da sud, ma ha una velocità molto più bassa di quello che ci si aspettava, e questa cosa fa crescere la preoccupazione. Il tifone può significare piogge torrenziali, smottamenti, frane, alluvioni, straripamenti. Niente da fare, si aspetta, ci si prepara, si spera.
E a proposito di disastri, oggi ricorre l’anniversario del grande terremoto del Kanto del 1923 ed è tradizionalmente il giorno delle esercitazioni e della prevenzione.
Alla televisione hanno fatto vedere una simulazione in motion graphic di come apparirebbe Tokyo se colpita da un terremoto superiore al sesto grado: treni rovesciati, gente in fuga, morti per le strade, incendi fuori controllo, panico e disperazione. Tutto reso in modo realistico e con stime di morti e feriti.
Confrontandosi con questo tipo di approccio si capisce chiaramente quanto, volenti o nolenti, siamo figli della nostra cultura: la cultura del fatalismo, della paura preventiva, quasi superstiziosa, e della disperazione dopo. Invece per questi isolani si tratta di fare il possibile, prima e dopo, per evitare i danni, in modo quasi distaccato.
Tra le varie iniziative, oggi la polizia stradale alle nove di mattina e per 10 minuti ha interrotto il traffico stradale in 97 punti nevralgici della città, per valutare le conseguenze in caso di disastro. L’11 marzo uno dei problemi principali è stato che i mezzi di soccorso non riuscivano a passare a causa degli ingorghi onnipresenti, quindi è importante, nel caso, creare delle corsie preferenziali. Molti autisti non erano a conoscenza di questa disposizione, ma pare che tutto sia andato bene.
Pensarci prima può suonare jettatorio, ma tutto sommato è meglio, no?