Cerco di non lamentarmi, ma è difficile.
Ogni giorno Tokyo è sovrastata da un cielo grigio abbagliante fastidioso umido che spesso si volge in pioggia ma senza rinfrescare niente. Fa un caldo da cui non si riesce a scappare.
La scarsa differenza di clima tra giorno e notte ha assecondato il mio jet lag e continuo a dormire a pezzi, stentando a prendere sonno fino a tardi.
Non ho appetito, mangio quasi solo insalate di pomodori, incapace di trovare della verdura o della frutta che abbia una quantità decente di sapore a un prezzo ragionevole.
Per fortuna che c’è tsukiji, l’amico delle mie insonnie.
Verso le 5 di mattina prendo la vespa e ci vado. Bevo una bottiglietta di caffelatte freddo sempre dalla stessa signora, poi mi aggiro tra i banchi guardando i pesci e chiacchierando con i pescivendoli che si incuriosiscono e mi chiedono se sono uno chef. No, cucino a casa mia.
Finisco per comprare un chilo di sarde che diventeranno il condimento alla siciliana per la pasta, beccafico e anche saòr, così le posso mangiare per giorni e offrire agli ospiti.
Prima di tornare a casa mangio una ciotola di riso e carne da Yoshinoya, mentre i turisti già affollano i susciai famosi perché menzionati nelle guide turistiche.

sardée in saòr