Per una assurda e infausta corrispondenza, in una sola giornata il terremoto ha colpito il posto in cui mi trovo e il mio paese di origine. Gli abitanti di Tokyo sono stati svegliati alle 2 di notte da una scossa piuttosto forte, anche per chi ci è abituato. E poi, quando si è fatta mattina in Italia, una botta ancora nella pianura padana.
In questi anni passati in Giappone penso di aver capito che anche l’Italia è un paese molto sismico, in cui le scosse sono meno frequenti, forse, ma altrettanto forti. È questo il problema, forse. I terremoti memorabili vengono a distanza di generazioni, e la coscienza delle scosse si perde nel passaggio tra nonni e nipoti. Anche io sono nato dopo il terremoto disastroso della mia regione, il Friuli, e per tutti i miei coetanei, se venisse ancora, sarebbe un evento nuovo, inaspettato. Invece bisognerebbe sempre vivere nella coscienza che la terra non è immobile, che gli edifici vanno costruiti con responsabilità, sempre e ovunque. Non so se con la potenza dei media questa consapevolezza si sia avvicinata, è probabile, ma è anche vero che il terremoto o lo hai provato o non hai idea degli effetti devastanti che porta.
Spero che anche in Italia questa emergenza possa far maturare una sensibilità nuova, perché i danni del terremoto si arginano con l’organizzazione, il sangue freddo, la prevenzione, e il rispetto del prossimo. Comunque, in bocca al lupo a tutte le persone colpite da danni o minacciate dalla paura. Non mollate.