Archivio | marzo, 2014

undici marzo

11 Mar

A ogni 11 marzo che passa sembra che qualcosa sia cambiato, anche il ricordo di quel pomeriggio, di quella notte, di quei giorni allucinanti, irreali di 3 anni fa. Forse molte cose si dimenticano, il pericolo di vivere in un arcipelago così sismico, il pericolo delle centrali nucleari, il pericolo che una libreria ti rovini addosso, la possibilità di rimanere senza viveri, alla mercé della natura o essere improvvisamente ingoiato dal mare mentre te ne stai ben piantato nella terra, come è successo a decine di migliaia di persone. In questo periodo ormai le cose tipiche includono anche il ricordo del disastro: gli studenti che festeggiano la laurea, le ragazze con kimono e hakama, le giornate luminose e gelide, l’inverno che reclama le ultime giornate prima della primavera, l’attesa dei petali di sakura, la dichiarazione dei redditi, l’inizio dell’anno scolastico e lavorativo. E il ricordo del terremoto rombante, dello tsunami, delle radiazioni. È impossibile ricordare tutto, ma è anche impossibile dimenticare. E il mio amico che lavora alla TEPCO, che è stato mandato a Fukushima il giorno stesso del disastro, è ancora a Fukushima a riparare i danni.