Tokyo è la città in cui vorrei vivere più che in qualunque altro posto al mondo, e infatti ci abito. Si sta bene, è comoda e ben organizzata. C’è solo un grosso problema: se esci la sera sei in una costante condizione damoclea perché i trasporti smettono di muoversi verso mezzanotte, e prendere l’ultimo treno per casa significa quasi sempre schiacciarsi addosso a centinaia di persone spesso alterate dall’alcol, interagire con tantissimi altri corpi fuori controllo. Non esistono autobus notturni.
Le alternative, se si vuole stare fuori fino a un orario secondo me ideale (direi l’una o l’una e mezza) sono:
Il taxi, ma economicamente potrebbe essere impegnativo
La vespa, ma in questo caso non si può bere (giustissimamente le leggi sono ferree) nemmeno mezzo bicchiere di birra.
La bicicletta, ma da dove abito io a dove di solito la gente si trova per uscire ci si mettono 45 minuti. Non mi va di pedalare così tanto dopo una serata con gli amici. E nemmeno prima a dire il vero
Rimanere nella mia zona, cosa che faccio a volte ma che comunque non funziona per gli amici che devono comunque tornare a casa propria.
Stare fuori fino al primo treno che parte verso le 5 di mattina.
Tutto questo, pare, cambierà verso la fine di quest’anno, visto che il signo Abe vuole dare una pennellata di modernità e azionare degli autobus notturni che aiutino i poveri disgraziati che non si sono accorti che si stavano divertendo troppo. Si sono già levate voci di dissenso dalle seguenti categorie:
Proprietari di alberghi dell’amore (carnale) nei quali trovano ricovero le coppie sorprese dalla notte.
Proprietari di alberghi capsula, refugia peccatorum dei ceroni notturni all’ultimo stadio
Tassinari
Ragazzi che invitano a casa propria le ragazze e poi con la scusa che ormai non ci sono più treni ti devi fermare qui da me, tranquilla io dormo per terra e nemmeno ti tocco, ho anche il set per struccare.