
Dentice

Pascolare le crape a Shibuya, come ogni sabato pomeriggio
Il caldo, ma soprattutto l’umido sembra che non ci sia mai stato, qui. Giornate invernali abbaglianti e secchissime, la pelle tira sul viso, le labbra si spezzano. È dicembre, e la città di Tokyo scivola lentamente nella confusione, nell’anarchia festaiola, tutti dicono addio all’anno incontrandosi, bevendo, facendo festa fino a quando si trascinano in qualche modo sull’ultimo treno che li stritola in vagoni sovraccarichi, li ingolla e li vomita alla stazione giusta o al capolinea, se non si sono addormentati nel tepore vigliacco. Anche io festeggio, socializzo e conosco persone simpatiche, compagni di una sera di bevute e che magari non rivedrò mai più o forse diventeranno miei amici, ma ormai nel 2012. C’è stata una eclissi totale di luna, e dal locale in cui eravamo abbiamo fatto dentro e fuori per guardare il cielo tersissimo, immobile, che arrossava il bianco poco a poco. Sono pronto per non tornare in Italia a Natale.

Eclissi ad Akasaka

Momigi
Ciao kemuro, anche a me sarebbe piaciuto avere un’eclissi/ per il resto qui è uguale: si invecchia aggrappandosi ai riti della socialità, ci si lascia andare al tepore dei momenti buoni, magari si è anche felici, per un attimo, per un giorno, un mese, ma la vocina del treno di Tokyo e la stessa di Porta Garibaldi, che vomita persone come carcasse, tanto per ricordarci che per quanto ci affanniamo siamo destinati all’immobilità,, io sono innamorata, forse, e felice, a volte, ma stasera mi sembra inutile e vuoto, nero e desolato, soli alle feste, tutto spento e pianto,, il tono delicato blu del tuo blog mi ha dato il colpo di grazia…